Scavare, mordere, graffiare con crudele determinazione sotto la superficie fino a trovare un frammento di felicità OGNI GIORNO. Vale tutto, senza limitazioni.


Se sei capitato qui tra milioni di possibilità, non è un caso. Quindi se vuoi lasciare la tua piccola impronta, questo sarà già per me motivo di gioia.






domenica 21 novembre 2010

Cari

A volte passano decenni di convivenza e non ci si conosce affatto, non ci si vuole realmente comprendere.
A volte basta mezz'ora di discorsi spesso profondi e ancor più spesso assurdi e senza i limiti della morale, del pudore appreso, delle regole che non desideriamo realmente seguire, magari stanchi ma ancora entusiasti dalla lezione di recitazione appena terminata, e ci si svela molto più che ai propri cosiddetti "cari".
A me, son cari tutti coloro che mi hanno insegnato qualcosa senza volerlo.
Tutti coloro che mi hanno amata senza cercare di modificarmi.
Tutti coloro che hanno preteso qualcosa in più da me sapendo che potevo farcela.
Tutti coloro che mi hanno abbracciata in silenzio quando ne avevo bisogno.
Tutti coloro che mi hanno fatto ridere, anche quando credevo di aver terminato tutta la forza necessaria per farlo.
Tutti coloro con i quali ho discusso aspramente, ma con estremo rispetto e stima per il pensiero altrui.
Tutti coloro che mi hanno fatto cambiare idea, nonostante sembrasse un'impresa impossibile.
Tutti coloro che hanno seguito una mia idea, nonostante sembrasse un'impresa impossibile.
Tutti coloro che hanno agitato il mare scuro e piatto nel quale nuotavo senza accorgermene.
Tutti coloro che hanno perdonato i miei errori concedendomi con fiducia  un'altra possibilità.
Tutti coloro che hanno condiviso con me un segreto, un trancio di pizza, un paio di guanti.
Spero che abbiate una bella vita, una vita piena. Che abbiate tante persone a voi care cui pensare, nei momenti in cui la strada sembra solo buia e fatta di curve e salite e buche e le cose non stanno andando proprio  come avevate desiderato, programmato, sognato. 
Senza di voi, io sarei perduta.

mercoledì 17 novembre 2010

Tempo

Colonna sonora: questa. Bemolle, bemolle a non finire, che spronfondano al centro del petto e ne estraggono lacrime e pensieri blu. 
Tempo. Sempre troppo poco. Per me, per fare ciò che amo davvero fare, per pensare alle persone cui davvero voglio pensare. La sola cosa che davvero desidero in questo periodo è più tempo.
Tempo per ripensare a tutti i momenti felici, intensi, emozionanti di questa settimana. Vorrei scrivere ogni giorno, vorrei che ogni attimo degno di essere vissuto di ogni giorno potesse rimanere qui, nero su bianco (beh, o lilla su giallino), invece di volare via.
Chiacchiere da palestra tra quattro donne molto diverse per età, stile di vita, abitudini, aspetto, scelte, su argomenti classici che in ordine di importanza sono: cellulite, vestiti, capelli, scarpe, uomini. Apparentemente discorsi frivoli e superficiali, che in realtà svelano molti segreti e creano una magica intimità per un attimo, un filo lieve e colorato che ci unisce, tra una risata ed una rivelazione. So che probabilmente nessuna di loro, o forse solo un paio, mi verrebbero a chiedere che cosa mi succede, se mi vedessero piangere in un angolo, o si unirebbero a me in mia difesa. Ma non importa. E' un attimo e per quell'attimo sono felice.
Poteva anche non succedere. Se fossi stata in un altro luogo, con altre persone. Se io non fossi come sono.
Una confidenza spontanea che mi viene fatta da una di esse, con la certezza che non ne parlerò con nessuno e la fiducia che questo comporta, della quale sono fiera ed orgogliosa.
Non è importante quanto tempo si passa insieme per comprendere qualcuno.

mercoledì 10 novembre 2010

I can stand the rain

E' bello addormentarsi sotto le coperte tiepide, abbracciando il mio scaldotto che sì, fa tanto vecchia zitella ma almeno non russa e non si lamenta se lo strizzi, mentre il rumore della pioggia sul tetto che scivola dalle grondaie canta ninna nanne ancestrali.
E' bello avere la fortuna, la forza, le possibilità di avere un posto dive rifugiarsi, dove raggomitolarsi, mentre l'acqua continua a scendere e sembra  non volersi fermare mai più.
E poi d'un tratto a metà mattina ha smesso di piovere, ed un raggio di sole fa sorridere ancora i campi e gli alberi gialli rossi verdi e l'anima. E poi ricomincia a piovere. Però ha smesso. E smetterà.

venerdì 5 novembre 2010

Just a Song to remember

Già Natale, il tempo vola
L’incalzare di un treno in corsa
Sui vetri e lampadari accesi
Nelle stanze dei ricordi

Ho indossato una faccia nuova
Su un vestito da cerimonia
Ed ho sepolto il desiderio
Intrepido di averti a fianco

Allo specchio c’è un altra donna
Nel cui sguardo non v’è paura
Com’è preziosa la tua assenza
In questa beata ricorrenza

Ad oriente il giorno scalpita e non tarderà
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
L’umore di un sogno col tempo si dimentica

Già Natale, il tempo vola
Tutti a tavola che si fredda
Mio padre con la barba finta
Ed un cappello rosso in testa

Ed irrompe impetuosa la vita
Nell’urgenza di prospettiva

Già vedo gli occhi di mio figlio
E i suoi giocattoli per casa
Ad oriente il giorno scalpita
E la notte depone armi e oscurità

Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Persino il dolore più atroce si addomestica
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera
[Carmen Consoli - Guarda l'Alba]

mercoledì 3 novembre 2010

Per il resto del viaggio ho pensato ai gabbiani

Salire su un treno assurdamente affollato, due vagoni per duecento persone. Ed invece di incazzarsi e imprecare inultimente ( o almeno, dopo averlo fatto brevemente) , mettersi a chiacchierare con due ragazzi, due bravi ragazzi,  guarda caso originari della mia regione natale. Scoprire che le cose non sono poi così cambiate, che i sogni e le paure e le professoresse stronze sono sempre più o meno le stesse di vent'anni fa. Li ho rincontrati alla stazione, mi hanno salutata con calore ed un sorriso.
Su un altro treno, la tenerezza di un manager sfinito dal viaggio dopo una settimana di lavoro che si addormenta nel modo più naturale possibile, con il capo chino, gli occhiali, l'auricolare indosso, le dita a fermare una pagina di un mattone ( proprio mattone, rosso e spesso tale e quale) di libro in inglese. Ho dovuto svegliarlo prima che il treno si fermasse alla stazione finale, toccandogli lievemente una spalla. Mi sarebbe dispiaciuto se qualcuno, al suo posto, non l'avesse fatto per me. Temevo inoltre che qualcuno gli rubasse il cellulare poggiato sul tavolino. Mi ha ringraziata, gli occhi stanchi e lo sguardo un pò appannato e sconnesso di un bambino cui venga interrotto il suo sogno più bello.
Ed il controllore non è nemmeno passato a farmi pagare il supplemento che per errore non avevo fatto, nonostante l'avessi avvisato.
Ritrovare lo stesso tassista di sei mesi prima, stesso posto stessa ora, le uniche due volte in cui ho preso un taxi ( quante possibilità ci sono ? Non sono forte in statistica, ma non credo molte, inoltre l'auto precedente è andata via proprio mentre mi stavo avvicinando).
Piccoli incontri ed episodi minimi,che porto nel cuore quando il cielo così grigio e la notte che si avventa così vorace sull'inerme breve giorno mi schiacciano il petto, rischiando di portarmi alla malinconia più nera dei miei giorni peggiori. Quando la forza della speranza vacilla sotto il peso di delusioni, noiose abitudini, sensi di colpa.
Non smettere mai di credere, abbracciare, baciare, dissentire, discutere, crescere, cambiare, lottare, accogliere, comprendere, scavare.
Non smettere mai di ridere forte, e piangere senza timore di sembrare troppo fragile.
Aspettando un'altra estate.

Non smettere mai di Amare.
Non smettere mai di Volere.