Scavare, mordere, graffiare con crudele determinazione sotto la superficie fino a trovare un frammento di felicità OGNI GIORNO. Vale tutto, senza limitazioni.


Se sei capitato qui tra milioni di possibilità, non è un caso. Quindi se vuoi lasciare la tua piccola impronta, questo sarà già per me motivo di gioia.






martedì 15 marzo 2011

Le parole che non mi dicono

Vorrei, davvero desidererei, che le persone che dicono di volermi bene, o di amarmi, quando non ci sentiamo o vediamo da molto tempo per vari motivi, quando mi chiamano o mi scrivono non dicano/scrivano per prima cosa "oh, è da un sacco che non ti fai sentire/vedere, stronza!" o frasi similari.
Io non lo faccio. Mai. E non dico mai mai a caso.
Vorrei che dicessero/scrivessero: "tesoro/cara/amica mia/ amore mio, è da tanto che non ci sentiamo/vediamo, stai bene? Forse hai avuto dei problemi. Anch'io non mi sono fatto sentire, purtroppo anch'io ho avuto i miei casini, come tutti. Sappi che io ci sono, perché ti voglio bene, e se hai bisogno di me io ci sono, sempre".
Anche solo una parte,anche solo "stai bene?" a volte andrebbe bene. Non sono una che si accontenta solitamente, ma in questo caso entrambi siamo parzialmente colpevoli della mancanza, quindi non sarei così  intransigente ( non sono così stupida da non sapere di possedere delle rigidità mentali che non vorrei avere e ci sto lavorando, parecchio)
Forse sono viziata, perché ho dei genitori fantastici che non mi fanno mai pesare il fatto che io li chiami una volta a settimana, a volte molto meno. Forse sono stronza, perché pretendo che le persone che dicono di volermi bene poi lo dimostrino con i fatti. Forse sono egocentrica, perché pretendo di essere al centro del mondo. Sì, sono viziata, stronza ed egocentrica. Ma sono anche tante altre cose, come coloro che mi vogliono bene sanno.
E questa pretesa in particolare no, non la voglio proprio modificare. Il mio unico rimpianto è di non ricercarla sempre. Quando sono innamorata, ad esempio, non guardo nulla, non vedo nulla, d'altronde credo sia giusto sia così, altrimenti il "cadere in Amore" si chiamerebbe in un altro modo. Ed io cado, mi butto a corpo morto in questa deliziosa sostanza tiepida e luminosa affogandoci quasi, ogni volta. Tutte le volte. E spero di caderci ancora ed ancora. Mi dono completamente, senza pretendere nulla. Quest'energia meravigliosa tappa tutti i buchi dell'imperfezione.
Ma dopo un pò, quando questo mare trasparente diventa un pò più torbido, quando viene a galla non solo il meglio ma tutto il resto, la realtà, allora ricomincio ad aprire davvero gli occhi. Ed a pretendere qualcosa di più. A pretendere rispetto, comprensione, condivisione, volontà di crescere e modificarsi insieme per costruire qualcosa insieme.
Bene, se quest'inverno gelido grigio piovoso solitario infinito mi sta insegnando qualcosa è che tutti coloro che cercano di farmi sentire una stronza ( non riuscendoci, dato che "nessuno può farti sentire in alcun modo se non sei tu la prima a crederci" e tutte quelle storie lì di lezioni di autostima che a volte, giuro, funzionano) sono rami da potare, come ho fatto con il mio  unico limone sopravvissuto al gelo, sul quale stanno ricrescendo i germogli, ancora una volta.
E' ora di percorrere altre strade. Con passi piccoli ed incerti, con le mani aperte a cogliere i primi raggi di sole, con meravigliosi ricordi nella mente ed un'infinita speranza nel cuore.

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