Pausa. Per un giorno, interromperlo con una gloriosa giornata di sole.
E poi mare, ancora mare. Il primo saluto al mare del 2011.
La macchina che miracolosamente non si ferma per strada ( la verità è che dopo aver a lungo discusso con il meccanico se effettuare alcuni lavori o meno sul catorcio e dunque affrontare relative notevoli spese, la mia domanda finale è stata: - "al mare e ritorno ci arrivo ?" ; - "Sì" - "Bene, allora non aggiustare nient'altro").
La temperatura straordinariamente mite, la spiaggia deserta, soltanto il rumore ed il profumo del mare ad avvolgermi mente e anima.
E non c'è un altro posto dove avrei voluto essere, vivere, in quel momento.
Ho camminato, e camminato, sulla sabbia selvatica piena dei detriti portati dalle tempeste e dalle mareggiate dell'Inverno, con il sole che mi esplodeva dentro, a riscaldare tutti i mesi di gelo passati e futuri.
Un piccolo assaggio di pace, in attesa di un'altra Estate, un'attesa che mai più di quest'anno bramo con ardore, pari al desiderio di un bacio di un amante lontano in tempo e spazio.
Una giornata da assaporare, un giorno che ho l'estrema fortuna di poter farmi scorrere nella testa e nelle vene e che mi ubriaca di una deliziosa stanchezza.
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