Scavare, mordere, graffiare con crudele determinazione sotto la superficie fino a trovare un frammento di felicità OGNI GIORNO. Vale tutto, senza limitazioni.


Se sei capitato qui tra milioni di possibilità, non è un caso. Quindi se vuoi lasciare la tua piccola impronta, questo sarà già per me motivo di gioia.






mercoledì 28 luglio 2010

Geometria

Stamattina alle 6 circa, nello splendido dormiveglia, con il fresco del mattino e gli uccellini che cantano vicino casa, un pensiero astruso ma in sè lucente e fantasioso come quasi tutti quelli che mi appaiono verso quell'ora, che mi vengono in mente certe idee geniali, e parlo benissimo le lingue straniere nei sogni del primo mattino che magari nella vita reale.
La simmetria. Sono sempre stata ossessionata dalla simmetria. Nei vestiti, nel corpo, nei mobili di casa, nella scelta dei colori dei vestiti, scarpe e accessori. In un certo senso la ricerco anche nei panorami. Sto cercando lentamente di togliermela di dosso quando mi accorgo che non la desidero, mi sforzo.
Secondo me è colpa della scuola. Matematica, soprattutto geometria: i poligoni "regolari" sono quelli simmetrici, quelli "irregolari" tutti gli altri. Ecco, la parola stessa già presuppone che la normalità, la bellezza, l'armonia debba essere ricercata tra le figure simmetriche, o tonde e quindi simmetriche per definizione. Senza parlare poi dei solidi.
Tutto perché è difficile trovarne il perimetro e l'area.
Non sono un ingegnere, pertanto sicuramente la mia conoscenza nel campo è limitata, ma a quanto ricordo non ci sono formule che possano farlo, se non dividendo le figure irregolari in quelle più semplici di cui si conoscono le varie formule per studiarne ogni minimo dettaglio.
Ecco, mi sono detta, io sono un poligono, anzi, essendo per fortuna in 3D, un solido -  irregolare, con infiniti lati ed in più mutante.
I miei angoli possono diventare acuti, diventare concava per accogliere, quadrata per organizzare, espandermi quando sono felice, rimpicciolirmi quando semplicemente non vorrei esserci, adattare le mie forme a ciò che mi circonda o spingere più in là gli altri solidi se mi disturbano. Nuovi lati e angoli crescono e mutano continuamente in base alle esperienze che faccio, alle persone che conosco, all'umore, al tempo, a ciò che desidero modificare in me.
Soprattutto, non si può mai calcolarne il perimetro e l'area.
E cavoli, se questo mi piace.

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