Dopo la giornata più calda - finora - dell'anno, tornare a casa e togliersi le scarpe, sentire il pavimento fresco sotto i piedi, l'erba alta del giardino. Fare una telefonata ad una madre che, quando smette di fare la mamma, è un'amica, una donna intelligente e comprensiva, a volte testarda nelle sue convinzioni, con cui confidarsi e con la quale parlare apertamente di sentimenti, di turbamenti, di paure e di speranze di Donna. Pensare che forse sono io che mi sono sempre comportata troppo da figlia bisognosa di attenzioni e di aiuto, senza concedere a quella sua parte la libertà di esprimersi. E' facile diventare viziata quando sai che qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa tu faccia, di là ci sarà sempre la porta aperta. Sempre.
Crescendo, ascoltando, invecchiando, litigando fuoriosamente, ho imparato che le devo molto di ciò che sono, molto di ciò che so di non voler essere, molti valori che restano scolpiti nella mia anima ed altri che ho deciso di abbandonare per strada.
La stella più luminosa che mi sorride laggiù stasera è tua, mamma.
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